GIO 14 – tra la rocca e S. Rocco

Scilla in passerella: una rassegna non di moda che vuole diventare di moda

Conclusa l’edizione 2014 con #CalabriaOltre i commissariamenti. Numerosi i segnali deboli messi in rete: da più parti si spera diventi un appuntamento fisso per riflettere sui temi d’attualità andando oltre gli stereotipi.

Da piazza S. Rocco, ancora, per superare l’arroccamento. E affrontare il rischio della parola in uno spazio pubblico. Per ricominciare, insieme, a porsi delle domande. «C’è una società che ha presentato alla regione Calabria un progetto per realizzare un porto turistico a Scilla. Cinque anni fa. È da cinque anni che la commissione regionale deve pronunciarsi. È mai possibile?»: così il commissario di Scilla Aldo Aldi intervistato dal giornalista Filippo Teramo a #Calabriaoltre i commissariamenti, l’appuntamento che ha concluso l’edizione 2014 di Scilla in passerella, la rassegna culturale organizzata dalla Filodrammatica Scillese con la direzione artistica di Ossi di Seppia e Sabbiarossa Edizioni.

 

La differenziata da settembre, Chianalea isola pedonale entro ottobre, con parcheggi assegnati nelle vicinanze ai residenti e telecamere per segnalare i contravventori,  la questione dei fuochi della festa patronale risolta autorizzando il trionfino ma non gli spari verso l’alto: l’incantesimo di Scilla in Passerella si è ripetuto ancora, dimostrando come sia possibile creare spazi di libertà semplicemente dialogando. E mettendosi in gioco.

Non è stata una passerella di moda, quella declinata negli otto appuntamenti dal 5 al 14 agosto che ha visto ventisette ospiti tra scrittori, magistrati, giornalisti e protagonisti della politica dibattere ed esporsi su alcuni dei temi più scottanti dell’attualità, ma, vista la partecipazione e i numerosi consensi ottenuti, di moda la rassegna vuole diventarlo. Proprio ripartendo dalla navigazione sulla passerella del pescespada: il tentativo di superare la sindrome dell’arroccamento, della chiusura in se stessi, per riprendere il mare, ricominciando a navigare, come gli antichi pescatori ma andando oltre le rotte e le chiacchiere consuete. Di qui, #CalabriaOltre: non solo un hashtag, ma un faro mentale che ha ricordato in ogni momento della navigazione il punto di partenza, usando la passerella dell’imbarcazione come ponte.

Un ponte che ha deciso di sostare in tutte le contraddizioni e le potenzialità della Calabria. A partire da #CalabriaOltre la passerella, l’anteprima il 5 agosto al ristorante Bleu de Toi in cui l’equipaggio, accompagnato dalle note della soprano Eleonora Pisano, si è presentato su una pedana sul mare che è anche una piattaforma per fare rete in una regione che vive di reciproche diffidenze. Diffidenze ricordate da Nicola Gratteri in piazza S. Rocco il 7 agosto durante #CalabriaOltre i tribunali, quando, incalzato dalla giornalista e scrittrice Paola Bottero, ha ricordato l’importanza di una «educazione alla cultura della cooperazione»  perché «anche nei paesi a più alta densità mafiosa, la mafia resta minoranza. Ma organizzata e ordinata, mentre noi viaggiamo in ordine sparso». Com’è possibile quindi che passi l’equazione Calabria-‘ndrangheta? «La colpa è anche di noi magistrati» ha precisato un inedito Gratteri. «Molte volte, forse per fretta, ci facciamo usare dalla stampa nazionale. Dobbiamo stare attenti: occorre dire le cose ma non pensare che tutta la Calabria è ’ndrangheta, altrimenti facciamo il loro gioco». La necessità di fare autocritica è stata anche al centro di #Calabriaoltre il pregiudizio, in cui venerdì 8 agosto con il sindaco di Rosarno Elisabetta Tripodi, il leader dei Mattanza Mimmo Martino e i giornalisti Manuela Iatì, Consolato Minniti e Alessandro Russo moderati da Josephine Condemi e Filippo Teramo, ci si è domandati come e perché lo stereotipo possa diventare una maschera calata a forza su di un popolo: «L’antico pregiudizio anticalabrese, dopo il 2005 e l’omicidio Fortugno, grazie ad una narrazione mediatica compiacente si è trasformato in un mostro» ha sottolineato Russo, autore del saggio-inchiesta Marchiati «Ma si può dire la verità e raccontare questa terra senza marchiare tutti come si fa con il bestiame o con una stirpe maledetta». Superare il marchio di terra da evitare passando anche dalla riscoperta del massiccio aspromontano: sabato 9 agosto a #CalabriaOltre l’Aspromonte, con Giuseppe Bombino, presidente Ente Parco, Cosimo Sframeli, carabiniere e scrittore, le testimonianze dei sequestrati Rocco Lupini e Fausta Rigoli moderati da Marisa Larosa e Filippo Teramo, la zampogna “a moderna” di Filippo Spanò, in cui si alternano suoni acuti a gravi, ha declinato la doppia narrazione di un territorio che vuole rinascere. Una rinascita che non può prescindere dal sostare nelle commistioni tra sacro e profano: se n’è discusso a #CalabriaOltre gli inchini domenica 10 agosto, ricordando, ha affermato Giovanni Ladiana, padre superiore dei Gesuiti di Reggio Calabria, che «il Vangelo non è una clava ma un’interrogazione alla coscienza» con il pm antimafia Stefano Musolino e i giornalisti Alessio Magro, Alessandro Russo e Paola Bottero moderati da Josephine Condemi. E di interrogazioni alla coscienza con relativa autocritica di governanti e governati si è trattato a #CalabriaOltre il declino della politica, con Giuseppe Raffa, presidente provincia Reggio Calabria, Nino Foti, vice coordinatore regionale Fi, e i consiglieri regionali Demetrio Naccari e Mimmo Talarico moderati da Alessandro Russo. L’equipaggio di Scilla in Passerella ha quindi sostato nel silenzio, nelle crepe dei non detti e dei tabù a #CalabriaOltre la narrazione  mercoledì 13 agosto, in cui il pm antimafia Antonio De Bernardo, il regista Fabio Mollo e gli scrittori Paola Bottero e Mimmo Gangemi moderati da Alessandro Russo, si sono interrogati sui cortocircuiti tra realtà e rappresentazione mediatica:  «Per narrare la Calabria non si può prescindere dal raccontarne i silenzi, superandoli cercando di ascoltare» ha sottolineato Bottero, autrice del romanzo Cartavetrata. «Quando l’apparenza diventa sostanza, è facile usare la stampa per raccontare una realtà sublimata. Ognuno di noi può passare il segno, diventare colui che lancia il personaggio e non la notizia. Noi giornalisti rischiamo di fare quanto già sperimentato dai politici: creare uno scollamento tra ciò che si vive e ciò che si racconta».

Fare rete, ricaricando di significato parole e momenti in quanto calabresi, riattivare circuiti virtuosi rimettendosi in gioco, è stato il filo conduttore di Scilla in Passerella, rassegna a zero finanziamenti impossibile senza una sinergia proficua tra organizzatori e direttori artistici a cui si sono affiancati l’hotel Le Sirene, il Lido Francesco, il ristorante Bleu de Toi, che hanno messo a disposizione le location, i patrocinatori – Comune di Scilla e Provincia di Reggio Calabria – che hanno aiutato nella logistica, i partner, che si sono imbarcati credendo nell’orizzonte #oltre: Scilla Eventi, Progetto 5, Radio Touring 104, Gal Basso Tirreno. Una rete destinata ad allargarsi. Perché si può sempre andare oltre.

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Il Garantista – 17/08/14

Il Quotidiano della Calabria – 17/08/14

MER 13 – Oltre il silenzio

Raccontare i silenzi e superare le paure: #CalabriaOltre la narrazione a Scilla in passerella

Bottero: «Stiamo creando uno scollamento tra ciò che si vive e ciò che si racconta». De Bernardo: «L’omertà comincia quando finisce la purezza e finisce quando si ritrova la dignità»

Il silenzio dell’omertà, delle parole vuote, delle domande non formulate, della paura delle risposte. Scilla in passerella, l’evento organizzato dalla Filodrammatica Scillese con la direzione artistica di Ossi di Seppia e Sabbiarossa Edizioni, ha scelto di sviscerare la #CalabriaOltre la narrazione attraverso il valore ambiguo del silenzio, aprendo la serata con il “testimone silenzioso” di Kieslowski: «In ogni episodio del decalogo del regista polacco c’è un personaggio che sta fermo, scruta e non interviene mai» ha ricordato il giornalista Alessandro Russo «come una parte dei calabresi che osservano quanto accade loro intorno e continuano ad aspettare». Testimoni silenziosi. «Per narrare la Calabria non si può prescindere dal raccontarne i silenzi, superandoli cercando di ascoltare» ha sottolineato Paola Bottero. «Quando l’apparenza diventa sostanza» ha continuato la giornalista, autrice del romanzo Cartavetrata, «è facile usare la stampa per raccontare una realtà sublimata. Ognuno di noi può passare il segno, diventare colui che lancia il personaggio e non la notizia. Noi giornalisti rischiamo di fare quanto già sperimentato dai politici: creare uno scollamento tra ciò che si vive e ciò che si racconta».

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Uno scollamento che non può prescindere dai tabù culturali: per lo scrittore Mimmo Gangemi «il silenzio ha purtroppo delle giustificazioni forti, è sintomo di una difficoltà di esporsi in un luogo in cui lo Stato ha spesso abdicato alla sua funzione. Il silenzio è spesso paura, è vero, ma io continuo a rivendicare il diritto di non essere eroi». Il magistrato antimafia Antonio De Bernardo ha però ricordato che questo stesso diritto «non può diventare un alibi per la rassegnazione diffusa. Ci sono, esistono persone che decidono di raccontare la verità anche in situazioni difficili, e quando questo accade riacquistano un modo di essere vivi che avevano perso. Ho visto persone rinascere attraverso la denuncia. La verità redime». Dal canto suo il regista de Il Sud è niente Fabio Mollo ha evidenziato che «rifiutarsi di conoscere la verità è già un modo per ometterla. Costruire un film sul silenzio è stata una sfida per dimostrare che la mia generazione sta dando segnali di voler andare oltre la paura e soprattutto il retaggio antico della diffidenza reciproca».

Segnali deboli ma esistenti, quelli catturati da Scilla in Passerella in un Lido Francesco stracolmo di persone decise ad andare oltre le narrazioni stereotipate. «Non è che parlare dei mali di questa terra è parlare male» ha continuato De Bernardo. «Occorre avere il coraggio di urlare due verità, che la ‘ndrangheta esiste e va sconfitta e che la Calabria è una terra bellissima. L’omertà comincia quando finisce la purezza e finisce quando si ritrova la dignità: quando questo succede, non importa più se lo stato non funziona come dovrebbe, si ritorna vivi». Una redenzione che parte da dentro: Alessandro Russo ha quindi chiesto ai relatori, citando Corrado Alvaro: «Quanto del vostro lavoro è sentirsi responsabili e chiedere scusa per il mondo come va?» Sfaccettate le risposte: «Per me, che vengo dal Gebbione» ha ricordato Mollo «diventare regista è stato importante per tentare di contribuire ad una narrazione differente. Debuttando insieme, facendo gioco di squadra». «Io non sento né di dover chiedere scusa né di dover insegnare qualcosa» ha affermato Gangemi «anche se noi che lavoriamo con le idee abbiamo una forte responsabilità nell’alimentare i pregiudizi dall’interno». Per Paola Bottero «l’unico modo per chiedere scusa è iniziare a guardarsi dentro, prendere coscienza dei propri sbagli, rifiutare facili assoluzioni nei confronti di se stessi. Chiedere scusa significa smettere di essere indifferenti, e iniziare a dire cose scomode per porsi insieme delle domande. Perché di narrazione in narrazione si è costruito un mondo che non c’entra con la realtà».

Durante il dibattito è stato offerto un rinfresco a cura del Lido Francesco.

Oggi Scilla in Passerella si chiude in Piazza San Rocco alle ore 21.30 con la #CalabriaOltre i commissariamenti: Aldo Aldi intervistato da Filippo Teramo.

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Il Garantista – 14/08/14

Il Quotidiano della Calabria – 14/08/14

LUN 11 – porte girevoli in politica?

Scilla in passerella: da Forza Italia porte chiuse a Scopelliti. E nel Pd si levano le voci critiche

Foti: «Nel partito non ci sono porte girevoli». Naccari: «Alternativa alle primarie? C’è solo la cooptazione». Raffa: «L’etica parte dalla propria coerenza». Talarico: «Ma davvero i partiti non sapevano dei rapporti imbarazzanti dei consiglieri arrestati?»

«Non ci sarà nessun rientro: nel partito non ci sono porte girevoli. D’altra parte, nessuno di questi signori è mai stato in Forza Italia. Possiamo aprire a delle future alleanze, ma non ci può essere nessun ritorno a casa»: così Nino Foti, vicecoordinatore regionale FI, rispondendo alla domanda del giornalista Alessandro Russo, ha chiuso la porta all’ingresso dell’ex governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti nel partito di Silvio Berlusconi. Una terrazza Le Sirene affollata per #CalabriaOltre il declino della politica, quinto appuntamento di Scilla in Passerella, l’evento organizzato dalla Filodrammatica Scillese con la direzione artistica di Ossi di Seppia e Sabbiarossa Edizioni.

Una ripartenza che non può prescindere dall’autocritica di governanti e governati: «In questi ultimi tempi, siamo portati a vivere il nostro ruolo pubblico con vergogna e senso di colpa» ha sottolineato Mimmo Talarico, consigliere regionale indipendente, «anche perché la stampa spesso non aiuta a capire. Ma occorre domandarsi cosa si vuole fare per la Calabria: troppo spesso ci si parla addosso cercando solo consensi». «Non può essere esclusivamente l’affidabilità sul piano amicale l’unico requisito per fare politica» ha rincarato Giuseppe Raffa, presidente della provincia di Reggio Calabria, candidato alla guida della Regione da una parte del gruppo dirigente di Forza Italia. «È necessario saper dire di no e rispondere alla propria coscienza» ha continuato: «Da vicesindaco di Reggio, mi avevano chiesto e ripetuto continuità. Ma nessuno può calpestare la dignità personale». Dal canto suo Demetrio Naccari Carlizzi, consigliere regionale, ha giudicato la situazione della sua compagine politica «un quadro per alcuni versi imbarazzante. L’alternativa a delle primarie 2.0, con dei giovani capaci che portino a nuove politiche pubbliche, è la cooptazione».

Dopo un passaggio polemico sulla nomina di Ivano Nasso a presidente della Fondazione Calabria Film Commission, giudicata da tutti i relatori assolutamente inopportuna e incomprensibile, anche a fronte dell’esclusione “via bando” dello scrittore Mimmo Gangemi, gli ospiti sono stati incalzati da Alessandro Russo sulla questione infiltrazioni tra ‘ndrangheta e politica: «oramai la magistratura ricopre i vuoti lasciati dalla politica» ha chiosato il giornalista. Per Talarico «occorre andare oltre i poli opposti del giustizialismo e del moralismo. È un problema politico, di chi sceglie di avere un certo tipo di consenso. Davvero non si è a conoscenza di determinati rapporti da parte di alcuni esponenti dei partiti? Davvero i partiti che li hanno candidati non avevano alcun sentore dei comportamenti dei consiglieri regionali arrestati? Di certo, c’è da riflettere molto sul confine tra ciò che è moralmente riprovevole e l’illecito penale o amministrativo». «Io non chiedo a un sindaco di fare lo sceriffo» ha sottolineato Naccari Carlizzi «Deve essere giudicato per gli atti e i gesti amministrativi. La magistratura è un baluardo di legalità ma non si può delegare l’impegno a singole persone, con gli organici di polizia e forze dell’ordine incompleti. Vi è un evidente limite di natura statale, per i beni pubblici essenziali che lo Stato non è in grado di garantire». Raffa ha invece precisato come sia «troppo facile scaricare le responsabilità sulle segreterie dei partiti. Chi fa politica, deve stringere un patto con se stesso e opporsi. La pulizia deve partire dalla coerenza personale di chi vuole svolgere una funzione pubblica».

Durante il dibattito è stato offerto un rinfresco a cura dell’hotel “Le Sirene”.

Oggi Scilla in Passerella si ferma per riprendere domani, sempre alle ore 21:30, al lido Francesco con la #Calabriaoltre la narrazione. Per andare al di là dei sensazionalismi con Paola Bottero, scrittrice, Fabio Mollo, regista, Antonio De Bernardo,  magistrato antimafia, moderati dal giornalista Alessandro Russo.

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il Quotidiano – 13/07/14

il Quotidiano – 13/07/14

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il Garantista – 13/07/14

la Gazzetta del Sud – 13/07/14

SAB 9 – Aspromonte alle Sirene

L’Aspromonte da barriera a patrimonio in scena a Scilla in passerella

 

Dall’incontro alla Terrazza “Le Sirene” un messaggio di ripartenza. Bombino: «Superare l’alternativa mare-monti per uno sviluppo organico del territorio»

«Sull’Aspromonte, in un periodo storico determinato, si sono consumati numerosi insulti al nostro territorio. Ma paradossalmente il fatto che sia stata per molto tempo un’area interdetta ai più, consente oggi di godere di un patrimonio naturalistico incontaminato da cui poter ripartire»: così Giuseppe Bombino, presidente del Parco, a #CalabriaOltre l’Aspromonte, terzo appuntamento di Scilla in passerella, l’evento organizzato dalla Filodrammatica Scillese con la direzione artistica di Ossi di Seppia e Sabbiarossa Edizioni. Il massiccio aspromontano da barriera ad opportunità: questo il tema della serata moderata da Marisa Larosa e Filippo Teramo in un affollata terrazza dell’hotel Le Sirene. Serata che si è aperta con i suoni della zampogna a moderna di Filippo Spanò, giovane virtuoso che incrocia le innovazioni estemporanee con le passate, melodie ipnotiche della tradizione: «Esistono due tipi di zampogna nella nostra provincia», ha precisato Spanò, «quella ‘a paro’, con due canne uguali, e quella ‘a moderna’, in cui si alternano due suoni, uno acuto e uno grave».

Un’alternanza tra episodi problematici e potenzialità che si è riflessa negli interventi dei relatori: Cosimo Sframeli, carabiniere e scrittore, autore con Francesca Parisi del libro A ‘ndrangheta, protagonista in prima linea durante il periodo dei sequestri, ha ripercorso quella drammatica stagione non trascurando di evidenziare la ricchezza della cultura grecanica, che negli anni ha imparato a riconoscere ed apprezzare: «Per combattere i comportamenti scorretti non basta la legalità ma ci vuole la giustizia, che si ottiene con la forza di dire no incentivando l’arte e la cultura». Anche Fausta Rigoli e Rocco Lupini, madre e figlio sequestrati negli anni ’80, seppur ricordando come «i sequestrati non sono riconosciuti come vittime di mafia», hanno riaffermato la necessità di andare oltre il dolore per continuare a vivere come abitanti di un Aspromonte che vuole rinascere: «Ognuno ha la propria storia», ha sottolineato Lupini, «io ho deciso di andare via e poi tornare a fare l’imprenditore perché credo nelle possibilità di questa terra».

Una ripartenza possibile se costruita dal basso: «La questione meridionale è stata trattata come questione criminale» ha evidenziato Bombino «nessuno aveva mai chiesto a quelli che vengono considerati come gli abitanti per eccellenza del Parco, i pastori, quali erano le loro esigenze, le loro necessità: noi lo abbiamo fatto, utilizzando il loro patrimonio esperienziale per aiutarci nell’avvistamento degli incendi, stimolando il senso di appartenenza alla montagna». Non dimenticando che, per andare oltre, occorre superare l’alternativa mare-monti: «L’Aspromonte è il suo mare, arriva fino alle sue coste».

Durante il dibattito, è stato offerto un rinfresco a cura dell’hotel Le Sirene.

Scilla in Passerella stasera si sposta al Lido Francesco: alle ore 21, la #CalabriaOltre gli inchini, con Giovanni Ladiana, padre gesuita, Stefano Musolino, magistrato antimafia, Alessio Magro, Alessandro Russo e Paola Bottero,  giornalisti, moderati da Josephine Condemi.

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il Garantista – 11/08/14

VEN 8 – Marchiati alle Sirene

Scilla in passerella porta la Calabria oltre il pregiudizio

Partecipatissimo l’incontro alla Terrazza “Le Sirene”. Russo: «Si può raccontare questa terra senza marchiare tutti come si fa con il bestiame o una stirpe maledetta»

Effetto Godzilla. «L’antico pregiudizio anticalabrese, dopo il 2005 e l’omicidio Fortugno, grazie ad una narrazione mediatica compiacente si è trasformato in un mostro che alimenta l’equazione calabrese uguale ‘ndranghetista.  Ma si può dire la verità e raccontare questa terra senza marchiare tutti come si fa con il bestiame o con una stirpe maledetta»: così Alessandro Russo, giornalista e scrittore, a #CalabriaOltre il pregiudizio. Questo il titolo del secondo appuntamento di Scilla in passerella, rassegna organizzata dalla Filodrammatica Scillese con la direzione artistica di Ossi di Seppia e Sabbiarossa Edizioni. In una affollatissima terrazza Le Sirene, partendo da Marchiati (libro-inchiesta su come stampa e media alimentino la Calabrofobia) nella serata moderata da Josephine Condemi e Filippo Teramo ci si è chiesti come e perché il pregiudizio, trasformandosi in stereotipo, possa diventare una maschera calata a forza su di un popolo.

«L’ultimo episodio in ordine cronologico, è quello relativo a Nando dalla Chiesa, che nel rapporto del comitato antimafia di Milano usa il termine calabrese come sinonimo di ‘ndranghetista» ha ricordato il giornalista Consolato Minniti, proseguendo: «occorrerebbe riflettere sulla responsabilità di chi racconta e quindi sulla nostra categoria, quella della stampa, che si riduce ad una passamaneria di carte senza alcun senso critico». Per la giornalista Manuela Iatì, «anche noi calabresi abbiamo colpe nell’alimentare questo pregiudizio verso noi stessi. Un’associazione mentale che ci porta a pensare, quando succede qualcosa di negativo, che c’entri comunque la nostra terra». Da qui, la necessità, ha sottolineato Mimmo Martino, leader dei Mattanza, di trovare «altri linguaggi, per andare oltre, attraverso una presa di coscienza che, come i racconti degli antichi cantastorie, diventi una narrazione in cui ci si possa identificare». E che porti all’impegno: «dopo la rivolta del 2010, non mi sono riconosciuta nella descrizione del mio paese» ha raccontato Elisabetta Tripodi, sindaco di Rosarno: «dovremmo fare diventare lo straordinario ordinario. Abbiamo bisogno di uno stato non solo repressivo, ma preventivo. Questo non può diventare un alibi per lo scarso senso civico o la poca interiorizzazione delle regole».

 

Come andare oltre? Per Minniti «facendo ognuno il proprio dovere senza continuare ad aspettare una salvezza che venga da fuori», per Iatì «recuperando il senso di appartenenza ad una collettività e non a gruppuscoli, dando voce ai calabresi, trovando esempi di cui andare orgogliosi». «La Calabria deve sconfiggersi» ha chiosato Russo «superare il complesso di inferiorità rispetto alle narrazioni “altre”. La lotta allo stereotipo ha bisogno di persone in carne ed ossa. Dobbiamo chiederci chi siamo e cosa vogliamo essere».

Durante il dibattito, come succederà nelle prossime serate, è stato offerto un rinfresco a cura dell’hotel Le Sirene.

Stasera Scilla in passerella ritorna, sempre alle ore 21:30, sulla terrazza de Le Sirene (ingresso dalla nazionale, di fronte alla stazione Fs), con la #Calabriaoltre l’Aspromonte. Giuseppe  Bombino, Presidente Parco Aspromonte, Cosimo Sframeli e Francesca Parisi, carabinieri e scrittori, Filippo Spanò, maestro di zampogna, Rocco Lupini e Fausta Rigoli saranno moderati da Marisa Larosa e Filippo Teramo.

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il Garantista – 10/08/14

GIO 7 – Gratteri in piazza

Gratteri a Scilla in passerella: “Non passi l’idea che tutta la Calabria è mafia”

Oltre mille persone in Piazza San Rocco per ascoltare il magistrato della Dda intervistato da Paola Bottero. E sugli “inchini” ai boss un invito alla Chiesa: «Perché abolire le processioni quando basterebbe un albo dei portatori? Così la diamo vinta alla ’ndrangheta»

«La colpa è anche di noi magistrati. Molte volte, forse per fretta, ci facciamo usare dalla stampa nazionale. Dobbiamo stare attenti, è capitato anche a me: occorre dire le cose ma non pensare che tutta la Calabria è ’ndrangheta, altrimenti facciamo il loro gioco»: così Nicola Gratteri ha risposto alla domanda di Paola Bottero, giornalista e scrittrice, sul sensazionalismo di alcuni media che finisce per alimentare il pregiudizio sui calabresi. Erano oltre mille le persone presenti in Piazza San Rocco per ascoltare il magistrato antimafia ospite della prima di Scilla in passerella, l’evento organizzato dalla Filodrammatica Scillese con la direzione artistica di Ossi di Seppia e Sabbiarossa Edizioni.

«Se fossi nato in un’altra abitazione, avrei potuto essere benissimo un capomafia: l’educazione è fondamentale. Sono stato fortunato perché la mia famiglia era di persone umili ma oneste, dai grandi valori, che mi hanno insegnato ad essere me stesso e a ricordare le mie origini». È un Nicola Gratteri inedito, più volte interrotto dagli applausi della piazza strapiena, quello che si racconta a Paola Bottero: l’amore per la propria terra, la speranza, il senso di una  «denuncia costruttiva». Perché «anche nei paesi a più alta densità mafiosa, la mafia resta minoranza. Ma organizzata e ordinata, mentre noi viaggiamo in ordine sparso». Da qui l’importanza di una «educazione alla cultura della cooperazione» perché «ci sono i margini per arginare il fenomeno mafioso. Ma occorre il coraggio e la volontà di cambiare le regole del gioco».

Le regole vanno cambiate prima di arrivare ai Tribunali e qui sta il senso della sua nomina a presidente della commissione voluta da Palazzo Chigi per elaborare una piattaforma di riforme della legislazione antimafia. «Occorre modificare la normativa parificando il 416 ter (voto di scambio) al 416 bis (associazione a delinquere di stampo mafioso), aumentando le pene cosicché non diventi più conveniente delinquere». Allo stesso tempo è necessario «modificare il codice di procedura penale riguardo l’ordinario, trasformando i reati bagatellari in contravvenzioni, perché oggi il tribunale è un lavandino otturato, una strada piena di buche».

Rispondendo alla domanda della Bottero sulla reale possibilità che la commissione non abbia ostacoli da parte del potere politico, Gratteri ha ricordato che «chiunque sia stato al potere, non ha mai voluto un sistema giudiziario efficiente, perché il manovratore non vuole essere controllato». Ma il magistrato si è anche detto sicuro di poter ottenere una maggioranza bipartisan sulle riforme che la commissione proporrà.

Gratteri non si è sottratto alla domanda su uno dei temi caldi: gli “inchini” ai boss. E non sono mancati i distinguo rispetto alle decisioni della Chiesa calabrese: «Perché abolire le processioni? Non basterebbe regolamentare i portatori? Il sacerdote si assuma la responsabilità di un albo di persone perbene che possano portare il santo e programmino il percorso con i relativi momenti di sosta. La diamo vinta alla mafia se non facciamo le processioni, che soprattutto nei decenni passati sono state gestite dalle famiglie mafiose del paese per esternare il proprio potere, con meccanismi che non c’entrano con il credo».

Gratteri, sollecitato dalle domande di Paola Bottero, ha ricordato quindi le fasi della sua mancata nomina a ministro della giustizia del Governo Renzi e ha ribadito di non essere interessato a correre per la carica di presidente della regione Calabria pur essendo stato interpellato «da destra, da centro e da sinistra».

Terminato il faccia a faccia la serata è proseguita con un concerto degli Hantura offerto dalla Provincia di Reggio Calabria.

Il programma di Scilla in passerella prevede per questa sera alle ore 21, presso la terrazza dell’Hotel le Sirene (ingresso sulla nazionale, di fronte alla stazione Fs), la #Calabriaoltre il pregiudizio, con i giornalisti Alessandro Russo, Manuela Iatì e Consolato Minniti, il sindaco di Rosarno Elisabetta Tripodi e il leader del gruppo musicale dei Mattanza Mimmo Martino. Condurranno la serata Josephine Condemi e Filippo Teramo.

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il Quotidiano della Calabria – 09/08/14

il Garantista – 09/08/14

il Garantista – 09/08/14

MAR 5 – il varo al Bleu de Toi

Scilla in Passerella leva gli ormeggi: le note della sirena Pisano in attesa delle parole di Gratteri

Ieri, martedì 5 agosto, la presentazione della rassegna nell’incantevole cornice di Chianalea. Domani, giovedì 7 agosto, in piazza San Rocco, dalle 21:30, #CalabriaOLTRE i tribunali: Nicola Gratteri intervistato da Paola Bottero. A seguire il concerto degli Hantura

Una pedana sul mare. Perché occorre ricominciare a navigare, dove non c’è più terra dove andare. Questa la suggestione che ha condotto ieri sera, al Bleu de Toi di Chianalea, l’equipaggio di Scilla in Passerella, rassegna culturale che fino al 14 agosto vedrà impegnati ventisette ospiti tra scrittori, magistrati, giornalisti e protagonisti della politica per ripartire dalla rocca di Scilla e, come gli antichi pescatori sulla passerella del pescespada, andare oltre. #CalabriaOLTRE non è solo l’hashtag lanciato dai direttori artistici della rassegna, Sabbiarossa Edizioni e Ossi di Seppia, cui l’organizzatrice Filodrammatica Scillese ha demandato la scelta dei contenuti che verranno declinati fino al 14 agosto. #CalabriaOLTRE è anche un contenitore, perché, come ha sottolineato Filippo Teramo, conduttore della serata, «per portare al largo la passerella serve un equipaggio coeso e numeroso»: a organizzatori e direttori artistici si sono affiancati l’hotel Le Sirene, il Lido Francesco e il ristorante Bleu de Toi, che hanno messo a disposizione le location, i patrocinatori – Comune di Scilla e Provincia di Reggio Calabria – cha hanno aiutato nella logistica, i partner, che si sono imbarcati credendo nell’orizzonte #oltre: Scilla Eventi, Progetto 5, Radio Touring 104, Gal Basso Tirreno.

Le note di Cilea, Bocelli e Dalla, magistralmente interpretate dalla soprano Eleonora Pisano, hanno dato un valore aggiunto e una direzione alla partecipatissima presentazione in cui Marisa Larosa e Josephine Condemi hanno illustrato le tappe del percorso che partirà domani sera, giovedì 7 agosto, alle 21.30, in piazza San Rocco. «Vogliamo contaminarci e raccontare una Calabria diversa», ha spiegato Teramo. E così sarà, a partire dalla #CalabriaOLTRE i tribunali, serata in cui il procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, sarà sollecitato dalle domande di Paola Bottero.

L’anteprima al Bleu de Toi ha raccontato una Calabria diversa che passa, come evidenziato dal presidente del Parco Nazionale dell’Aspromonte Giuseppe Bombino, «dal diventare da oggetto, soggetto di narrazione. L’Aspromonte è il suo mare, è contaminazione tra climi, popoli e culture e vuole narrarsi, dire la sua verità e raccontare la sua storia millenaria». Contaminazione, sinergia e impegno derivante dall’identità le parole chiavi di tutti gli interventi: se per Aldo Aldi, commissario comune di Scilla «è necessario che i migliori non si sottraggano all’amministrazione della polis, della loro città, riscoprendo il senso di appartenenza», per Eduardo Lamberti Castronuovo, assessore provinciale alla cultura e alla legalità «occorre un senso di pragmaticità che deriva dal conoscere ciò di cui si parla, quindi le proprie radici e la propria cultura, per poterla poi esportare». Per Antonio Alvaro, presidente GalBatir, «qualcosa si sta muovendo, ma occorre mettersi a un tavolo con gli enti istituzionali per concretizzare sinergie proficue anche in relazione ai fondi europei Horizon 2020», mentre Nicodemo Vitetta, presidente Proloco Gioiosa Jonica, si è impegnato ad avviare un dialogo per far rinascere una Proloco sotto la rocca.

La passerella ormai è in mare, on e offline: il sito www.scillainpasserella.com contiene tutti i dettagli, i percorsi futuri e i dietro le quinte della rassegna, dalla mappa dei luoghi alla descrizione delle singole serate, con foto e biografia di ciascun ospite, passando per i videoracconti di quello che Scilla è stata e di ciò che può ritornare ad essere; l’hashtag #CalabriaOLTRE sta diventando virale in attesa della prossima tappa, giovedì 7 dalle ore 21.30 a Piazza San Rocco, dove ci si chiederà se esiste una #CalabriaOltre i tribunali, con Nicola Gratteri (procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria) intervistato da Paola Bottero (giornalista, scrittrice, editrice e conduttrice di Ossi di Seppia) e, a seguire, Hantura in concerto.

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Gazzetta del Sud – 07/08/14

Il Garantista – 07/08/14

pronti alla partenza

#CalabriaOltre: tutto pronto per Scilla in passerella dal 5 al 14 agosto

 

Ventisette ospiti tra scrittori, magistrati, giornalisti e protagonisti della politica. Quattro location per ripartire dalla rocca di Scilla e, come gli antichi pescatori sulla passerella del pescespada, andare oltre. #CalabriaOltre sarà il tema di Scilla in passerella, rassegna culturale in programma dal 5 al 14 agosto, organizzata dalla Filodrammatica Scillese sotto la direzione artistica di Sabbiarossa Edizioni e Ossi di Seppia, con il partenariato di Scilla Eventi, Progetto 5, Radio Touring 104, Gal Basso Tirreno, in collaborazione con l’hotel Le Sirene, il Lido Francesco e il ristorante Bleu de Toi. Una rete destinata ad allargarsi, che vuole ripartire dalla passerella, per superare la tentazione dell’arroccamento e riprendere a navigare, avvistando segnali culturali deboli ma esistenti. Segnali visibili sui social, soprattutto Facebook e Twitter, in cui l’hashtag #CalabriaOLTRE sta diventando virale, e sul web: il sito contiene tutti i dettagli possibili, dalla mappa dei luoghi in cui si snoderà la rassegna alla descrizione delle singole serate, con foto e biografia di ciascun ospite, passando per i videoracconti di quello che Scilla è stata e di ciò che può ritornare ad essere.

Si comincia martedì 5 alle ore 17 presso il Bleu de Toi, accompagnati dal canto della soprano Eleonora Pisano, con gli interventi dell’assessore provinciale alla cultura e legalità Eduardo Lamberti Castronuovo, del presidente del Gal Basso Tirreno Antonio Alvaro, del presidente del Parco Nazionale d’Aspromonte Giuseppe Bombino, di Nicodemo Vitetta, presidente Proloco Gioiosa Jonica, con la conduzione di Filippo Teramo, presidente Filodrammatica Scillese.

Giovedì 7 dalle ore 21.30 un grande appuntamento a Piazza San Rocco, dove ci si chiederà se esiste una #Calabriaoltre i tribunali, con Nicola Gratteri (procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria) intervistato da Paola Bottero (giornalista, scrittrice, editrice e conduttrice di Ossi di Seppia).

Venerdì 8 (ore 21.30, terrazza delle Sirene) sarà la volta della #Calabriaoltre il pregiudizio, con il giornalista Alessandro Russo, autore del libro inchiesta Marchiati, Elisabetta Tripodi (sindaco di Rosarno), Manuela Iatì (giornalista Sky), Consolato Minniti (giornalista il Garantista e l’Espresso), moderati da Josephine Condemi (giornalista) e Filippo Teramo.  Con le incursioni musicali di Mimmo Martino (cantautore, leader dei Mattanza).

Sabato 9 (ore 21.30, terrazza de Le Sirene) invece ci si interrogherà se sia possibile una #Calabriaoltre l’Aspromonte con Cosimo Sframeli e Francesca Parisi (carabinieri), Giuseppe Bombino, le musiche di Filippo Spanò (maestro di zampogna) e le testimonianze di Rocco Lupini e Fausta Rigoli (sequestrati negli anni ‘80) moderati da Marisa Larosa (co-conduttrice Ossi di Seppia) e Filippo Teramo.

Domenica 10 (ore 21.30, Lido Francesco) si parlerà di #Calabriaoltre gli inchini, con Giovanni Ladiana (superiore dei padri gesuiti di Reggio Calabria e fondatore del movimento Reggio Non Tace), Stefano Musolino (sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria), Alessio Magro (giornalista), Alessandro Russo e Paola Bottero moderati da Josephine Condemi.

Lunedì 11 (ore 21.30, terrazza de Le Sirene), #Calabriaoltre il declino della politica con Giuseppe Raffa (presidente della Provincia di Reggio Calabria), Demetrio Naccari e Mimmo Talarico (consiglieri regionali) moderati da Alessandro Russo.

Mercoledì 13 (ore 21.30, Lido Francesco), ci si interrogherà sulla necessità di andare oltre un certo modo di raccontare la Calabria (#Calabriaoltre la narrazione) con Paola Bottero, autrice di Carta Vetrata, lo scrittore Mimmo Gangemi, Fabio Mollo (regista de Il Sud è niente), Antonio De Bernardo (sostituto procuratore antimafia di Reggio Calabria) moderati da Alessandro Russo.

Chiuderà la rassegna, giovedì 14 (ore 21.30, piazza San Rocco), la #Calabriaoltre i commissariamenti, con Aldo Aldi intervistato da Filippo Teramo e, a seguire, un evento musicale.

Tutte le serate, tranne quella di inaugurazione, che sarà a inviti, sono a ingresso libero, con posti a sedere fino a esaurimento. I locali che ospiteranno gli eventi offriranno a tutti i presenti un brunch da gustare insieme alla cultura. Un invito a salire sulla passerella, ricominciando a stare tra la rocca e l’altrove. Andando oltre.

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il Quotidiano della Calabria – 29/07/14

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Scilla, il lavoro, la passerella

La tradizione della passerella, il viaggio e il valore del lavoro. Per raccontare una storia sempre e mai uguale a se stessa, attraverso le voci e i volti dei proprietari delle strutture che ospiteranno Scilla in Passerella.

Tonino Polistena – Bleu de Toi

Francesco Zagari – Lido Francesco

Aldo Bergamo – Hotel Le Sirene